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Il Foglio
L’ora del crepuscolo

marzo 2022

Ex cittadina mineraria ai piedi degli
Appalachi. Non è la serie “Dope –
sick” (con Michael Keaton, su Netflix)

ma siamo nei paraggi. Sostanze, per sop-
portare i dolori della vecchiaia e per

sballarsi in gioventù. Pastiglie prescrit-
te dai medici o metanfetamine cucinate

nelle case semidistrutte (no, non è
“Breaking Bad”, ma evidentemente non
serve una laurea in chimica per portare

a termine la cottura). Cole è un bravo ra-
gazzo, fermo al primo stadio dello spac-
cio. Lavora come aiuto a domicilio per

gli anziani, fa il giro delle case portando

i giornaletti con le parole crociate, i dol-
cetti, e sulle medicine fa un po’di cresta.

Di notte rivende il maltolto alla gioven-
tù locale, più disperata che bruciata

(evidentemente i dottori sono generosi
con le prescrizioni, nessuno dei pazienti

sembra lamentarsi delle pillole man-
canti). I traffici del giovanotto sono ab-
bastanza originali, gli altri personaggi li

abbiamo visti mille volte, si rincorrono

da una sceneggiatura all’altra. Ci fidia-
mo del regista, speriamo abbia control-
lato lui che esistono davvero, il film è

tanto realista che nessuno ha tagliato

via le parti noiose: malinconia e dispe-
razione sono chiare dalla prima scena. E

dunque arriva una ragazza (non proprio
fidanzata, è Stacy Martin scelta da Lars
von Trier per “Nymphomaniac”), un
vecchio amico, la cattiva compagnia che
vuole trascinare Cole nel giro (un po’

più) grosso, la madre assente. Nei fla-
shback, la nostalgia per il nonno defun-
to, unico svago le funzioni religiose.